lunedì 10 marzo 2014

L'Impero Persiano dopo il 1500

La Persia costituì per svariati secoli il corridoio culturale tra Oriente ed Occidente e una meta ambita per molti invasori. Dopo 850 circa il crollo della dinastia Sasanide la nazione persiana subì più conquiste. Dapprima venne governata dagli Arabi, poi dai Turchi Selgiuchidi e quindi dai Mongoli. Verso il 1500 d.C. salì al potere una nuova dinastia che diede vigore ed unità alla nazione, e che gli diede quella conformazione attuale, che seppe difendere nei secoli a venire dagli attacchi aggressivi delle potenze europee.

Tre furono gli elementi che permisero alla Serbia di preservare la propria unità:

  1. la lingua, la tradizione e lo stile artistico resistette alle varie religioni e rimase invariato;

  2. la Persia era divenuta la roccaforte degli Sciti, ossia della setta islamica imamita che si opponeva ai Sunni (ortodossi);

  3. nel 1500 gli sciiti rinvigorirono le loro forze e accentrarono ulteriormente il governo della nazione, grazie anche a Ismail, che conquistò gran parte della Persia attuale e che ne divenne Scià (“re”) e che scelse come religione di stato il credo sciita imamita.


La dinastia Safavide, fondata da Islail, governò per 230 anni e contribuì a conservare la libertà della nazione. Non mancarono, ovviamente, i conflitti, come quello contro i Turchi ottomani, che già nel 1514 avevano iniziato i conflitti per questioni religiose e territoriali. Nei seguenti 200 e più anni di lotta i Persiani riuscirono a sopperire alle difficoltà economiche grazie all'attivo commercio con l'Europa. Nel 1505, solo dopo 19 anni che Diaz aveva scoperto la via marittima intorno al Sud Africa, i commercianti portoghesi avevano conquistato una base nel porto persiano di Hormuz, e quelli inglesi li seguirono. Conseguenza di ciò fu un aumento di prodotti persiani nel mercato europeo.

Al contempo gli Scià iniziarono una fervente attività artistica. Lo scià Abbas I (1587-1629) fece costruire la meravigliosa moschea di Isfahan, che, tutt'ora esistente, testimonia lo splendore culturale raggiunto dalla nazione sotto questo governante.

I Safavidi persero il potere nel 1722 a causa della loro incapacità governativa e per gli attacchi delle tribù dell'Afghanistan orientale. Lo stato persiano, però, resistette e sopravvisse grazie all'opera del condottiero Nadir Shah, che riuscì non solo a ricacciare indietro gli Afghani, ma anche a penetrare per un certo tempo nell'India settentrionale.

Nel 1794 nacque la dinastia dei Cagiari, che governò la nazione sino al 1925. questa nuova dinastia dovette fare i conti con le potenze europee: a nord si aveva la Russia sempre più aggressiva e vicina; a sud si aveva l'Inghilterra, che nel 1850 era praticamente proprietaria di tutta l'India. La Russia e l'Inghilterra attraverso trattati commerciali, concessioni e improvvise invasioni riuscirono a fondare delle forti sfere di influenza. La Russia al nord e l'Inghilterra al sud.

Lo scià capì che l potere poteva essere seriamente minato e modernizzo tutto l'apparato militare e le armi, ormai fuori moda. Capì, però, che non poteva confrontarsi con queste due grandi potenze, decise, allora, di inimicarle mediante le concessioni commerciali. La Persia, non solo resisteva agli Europei, ma iniziava a trarre vantaggi dalle innovazioni occidentali, come le strade russe e le linee telegrafiche inglesi che iniziavano a penetrare nel paese. A partire dal 1908 i persiani iniziarono a sfruttare gli immensi depositi anglo-persiani di petrolio disseminati nel paese. Ovviamente, gli influssi occidentali ebbero delle conseguenze nella tradizione e nella formazione di una nuova cultura. Lo scià dovette accettare la formazione di una Assemblea Nazionale e vide l'adozione di usi e costumi tipicamente occidentali. Ciononostante l'Iran (così come si può chiamare dal 1935) riuscì a conservare la propria indipendenza.

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