mercoledì 5 marzo 2014

L'impero mongolo

Per più di un secolo (1260-1368) la storia della Cina si fonde con  tutta quella del continente asiatico, ad eccezione dell'India.
Durante quel periodo, la Cina non fu altro che una provincia orientale di un più vasto impero che si irradiava dall'Asia centrale.
Sebbene l'Asia centrale fosse troppo asciutta e troppo fredda per un'agricoltura fiorente, essa sostentò per migliaia di anni le tribù di pastori mongolici, uomini di lingua turca e mongola, cui l'allevamento del bestiame forniva una ricca fonte di sostentamento ed il prodotto da commerciare con il sud e l'est. Alcune volte queste tribù nomadi dovevano abbandonare il proprio luogo d'origine a causa della siccità dei pascoli o per la sovrappopolazione o per le guerre tra le varie tribù. Quando ciò accadeva si avevano le feroci invasioni dei Mongoli verso l'Europa, l'India e la Cina in cerca di bottino. Migrazioni di massa di tale tipo furono quelle degli Unni contro l?impero Romano, quella dei Turchi contro l'Islam e quelle continue pressioni, che ebbero gli imperatori cinesi e che li spinsero a costruire la “Grande Muraglia”. Questi popoli non avevano sviluppato un grado di cultura che gli permetteva di governare i popoli battuti. Per tale motivo o andava via subito dopo aver fatto bottino o si facevano assorbire dalle più evolute popolazioni autoctone mediante matrimoni.
Nel XIII secolo, però, le cose cambiarono ad opera del grande condottiero mongolo Temucin, le cui vittorie gli fecero guadagnare il nome di “Genshiz Kan”, ossia “re potentissimo”. Con tribù alleate, Genghiz Khan conquistò a sud-est la Cina settentrionale; a sud-ovest l'Iran musulmano e la Russia meridionale. I Mongoli vantavano un esercito di 250.000 uomini. Ben poca cosa se paragonato a quello cinese. Il loro successo fu dovuto all'uso degli archi, che potevano colpire persone distanti più di 180 metri e alla grandiosa cavalleria. Genghis Khan, inoltre, impose una disciplina severissima e organizzò le sue truppe in unità di 10.000 e 1000 uomini. Egli era un abilissimo stratega, capace di circondare il nemico, fingendo la ritirata. 
Al contempo Genghiz Khan terrorizzava i nemici bruciando e massacrando popolazioni inermi. Quando egli morì, nel 1227, il suo impero andava dal Pacifico al Mar Nero e con i suoi successori, in particolare Ogodei (1229-1241) e Kublai (1260-1294), l'impero continuò ad espandersi. Per un breve periodo si spinsero così ad ovest da toccare la Germania e nel 1280 ad est l'impero comprendeva tutta la Cina. I Mongoli diedero vita a dei governi regolari in tutti i luoghi conquistati. Ad esempio, Iran, Russia e Turchia erano governati da Khan, che erano responsabili verso il Gran Khan. Questi governava l'Asia orientale e qui Ogodei fondò una capitale a Karakorum; Kublai, in seguito, la spostò a Pechino, cui diede il nome di Khambaliq (Cambaluc). Il Gran Khan governava la Cina mediante un apparato amministrativo preso dai Mongoli, che si facevano aiutare da Turchi ed altri alleati. I Cinesi, invece, potevano occupare solo posti inferiori. A parte ciò, i Cinesi ne trabbero grande vantaggio dalla dominazione mongola; ed infatti, il forte potere centrale fece riunire 
le due metà separate della Cina, fece costruire granai per i tempi di carestia e fece costruire delle strade molto larghe ed un canale che collega Cambaluc con il Fiume Giallo. Le guerre tra i Khan rivali minarono ad ovest la potenza imperiale, e in Cina le rivolte contro l'inefficiente governo mongolo lo fece decadere. I Mongoli, quindi, nel 1368 vennero ricacciati nell'Asia centrale. Verso la fine del XIV secolo sembrava che stesse prendendo vita un nuovo impero mongolo grazie all'iniziativa di Tamerlano, un abile e crudele condottiero, che distrusse i suoi rivali in una serie di conflitti, ma che morì mentre si avviava alla conquista della Cina. Con la fine di questo nuovo impero nel 1405 i Mongoli escono dalla storia come protagonisti.

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