lunedì 10 marzo 2014

La nascita delle grandi monarchie del nord-Europa

La Svezia, il Brandeburgo-Prussia e la Russia si presentarono come grandi potenze nel XVII secolo. I monarchi di questi paesi capirono che la loro forza poteva provenire solo dall'esercito.

La Svezia si staccò dalla Norvegia e dalla Danimarca sotto Gustavo Vasa (1523-1560). Gustavo, ansioso di rafforzare il proprio stato nazionale, si impossessò delle terre della Chiesa e dichiarò l'istituto monarchico ereditario e il protestantesimo.

Nel 1611 salì al trono l'ambizioso Gustavo Adolfo che mosse guerra contro la Russia (1611-1617) e contro la Polonia (1621-1629) con l'intento di dominare tutto il Mar Baltico. Ciò gli fece conquistare molti territori. Quando con la guerra dei trent'anni sembrava che la Germania dovesse minacciare il suo paese, Gustavo Adolfo si fece paladino della causa protestante e riportò tutta una serie di vittorie che ebbero fine solo con la sua morte, avvenuta a Lutzen. Il segreto dei suoi successi furono dovuti essenzialmente alle trasformazione che apportò all'esercito. Ed infatti, lo organizzò in piccole unità mobili dotati di cannoni leggeri che sparavano a mitraglia. Inoltre, dotò i suoi ufficiali di cannocchiali e di carte geografiche.

Sotto il monarca Carlo X (1654-1660) e Carlo XI (1660-1697) la politica espansionistica e di aggressione continuò. Carlo XII (1697-1718) seguì i suoi precedessori ed aggredì la Russia marciando su Mosca. La Svezia, però, perse la guerra di Poltava e la guerra si rivelò un disastro da questo momento in poi la Svezia perse la posizione di potenza dominante.

In Germania la situazione politica si presentava in maniera molto frastagliata. Nel XVII secolo, però, tra tutti questi piccoli staterelli indipendenti si fece strada la potente famiglia degli Hohenzollern. Gli Hohenzollern erano principi elettori di Brandeburgo e i loro contadini vivevano una situazione feudale sotto gli Junker. Con vari matrimoni strategici essi si erano impossessati dei ducati di Prussia e di Cleve e della contea di Mark, i cui cittadini erano abituati ad autogovernarsi.

Federico Guglielmo Hohenzollern (1640-1688) spezzò questa tradizione e diede agli Junker tutte le cariche amministrative. Nel 1701 il figlio di Federico III (1688-1713), ormai sicuro della propria potenza e del prestigio acquisito, si proclamò re di Prussia.

Grazie a guerre vittoriose e ad una intelligente ed astuta diplomazia la Prussia si estese ancora di più, in special modo sotto il regno di Feederico il Grande (1740-1786). la nazione crebbe in ricchezza e in sviluppo e la dinastia, dopo aver unificato sotto il proprio governo tutta la Germania, regnò sino al 1918.

la Russia sino al XVII secolo era un paese fondamentalmente continentale, sempre trafitto da lotte interne tra re e nobili e perennemente minacciata dalle invasioni dei popoli confinanti. La Svezia e il Baltico erano una barriera tra la Russia e il Baltico, mentre a sud si avevano i fieri e bellicosi Tartari, che governavano intorno al Mar Nero. La situazione iniziò a mutare con lo Zar Pietro Romanov, detto più tardi Pietro il Grande. Egli salì al potere nel 1689 e, capendo l'importanza del possesso di un porto, mosse guerra i Tartari con un esercito di 30.000 uomini. La Russia riuscì ad impossessarsi del porto di Azov nel 1696.

L'anno successivo Pietro il Grande fece un viaggio in Europa. Egli rimase impressionato dalle innovazioni tecnologiche e dallo sviluppo di questi stati. Decise, quindi, di invitare un migliaio di artigiani stranieri in Russia affinché insegnassero le arti ai suoi sudditi . Inoltre, affidò l'amministrazione ad uomini capaci, tra cui Francesi e Prussiani.

Pietro il Grande, però, non si accontentava solo del piccolo porto di Azov e voleva ad ogni costo un porto sul Baltico. A tal fine era pronto a muovere guerra anche contro la Svezia. Nel 1709 piegò la Svezia a Poltava e si impadronì della Lettonia, dell'Estonia e di molte isole del Baltico. Nel frattempo fondò la città di Pietroburgo (oggi Leningrado) e qui vi trasferì la capitale da Mosca. Egli diede un notevole impulso allo sviluppo del commercio, delle comunicazioni e delle forze militari. Alla sua morte (1725) egli lasciava uno stato che si annoverava tra le grandi potenze mondiali.



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